Antico vitigno Friulano a bacca rossa fa parte della grande famiglia dei Refoschi di cui rappresenta la variante più nobile. Vi sono altre tipologie come il Refosco di Faedis, il Refosco d'Istria, il Refosco del Carso, Il Terrano e altri che sono oramai poco diffusi perchè qualitativamente inferiori. Il Refosco dal peduncolo rosso invece se coltivato in marne o terreni calcareo argillosi arriva a risultati di grande pregio.

Solitamente si presenta con colore rosso rubino che può avere riflessi violacei o granato a seconda dell'età del vino. Nei profumi è sempre evidente la nota di frutti rossi maturi come more e lamponi. Leggermente erbaceo quando è giovane, ingentilisce con qualche anno d'invecchiamento e regala profumi più equilibrati ed armonici. Caratteristici il finale di leggero goudron con chiusura appena amarognola.

Lo schioppettino deve il suo nome alla sensazione che si prova in bocca masticando un acino che avendo la buccia croccante genera uno schioppettio. Vitigno autoctono dei Colli Orientali, lo schioppettino o ribolla nera, trova il suo luogo ideale nelle terre di Prepotto e in particolare nella valle dello Judrio, verso il confine con il Collio e la Slovenia. Lo schioppettino ha rischiato l’estinzione perché dagli anni trenta fino agli anni settanta veniva estirpato per far posto a vigneti di Merlot e Tocai che erano più remunerativi, poi per fortuna è stato recuperato e vinificato in modo da dare vini caratteristici e invitanti.

Lo schioppettino, a fianco di profumi intensi di frutti di bosco, ha anche una componente speziata propria del vitigno con sentori di pepe e di macis. Ha una bella componente tannica che evolve in sensazioni ferrose e di terra e a volte ha anche un affascinante sottofondo salmastro e iodato che gli regalano le brezze marine dell’Adriatico. Queste caratteristiche si esprimono solo a basse rese, perché questo vitigno è molto vigoroso e tende alla sovraproduzione.

Vitigno friulano autoctono a bacca nera, il cui nome trae origine dalla forma a pigna del grappolo. L’origine del nome è la stessa del pinot in Francia, ma le sue caratteristiche non hanno nessuna parentela con quelle del vitigno d’oltralpe. Quasi scomparso a inizio secolo a causa della fillossera è stato recuperato agli inizi degli anni settanta grazie ad un filare quasi centenario sopravvissuto presso l’abbazzia di Rosazzo che grazie alle cure dei monaci Benedettini è stato salvato dall'attacco dei parassiti. Il Pignolo dà un vino profondo e di notevole complessità. Per la varietà e l’ampiezza dei profumi è paragonabile ai grandi piemontesi o toscani.

Di colore rubino intenso volge al granato con l’invecchiamento. Gli aromi sono complessi di frutta rossa, prugne, mora ma anche floreali con la rosa e violetta. Ha una nota speziata naturale del vitigno, che si impreziosisce con l’affinamento in legno di  sfumature di cacao, caffè, cuoio e vaniglia. Con qualche anno d'invecchiamento raggiunge un gusto pieno, rotondo a smussare l'importante componente tannica.

Anche per i rossi "La Tunella" propone un prezioso uvaggio di vitigni autoctoni. L'esuberanza dello Schioppettino con la profondità del Pignolo danno vita ad un insieme molto elegante.