La degustazione del whisky, come per il vino si fa dapprima al naso. Si yenga presente che mentre i gusti primari sono quattro, gli odori primari sono trentadue! Questi sono i "volatili" aromatici, che vengono percepiti dall’epitelio, che si trova in fondo al naso, e che è collegato direttamente col cervello.
Anche la bocca naturalmente ha un ruolo fondamentale, percepisce appunto i gusti primari e svolge la funzione tattile, cioè individua quello che si chiama "mouthfeel" - cioè la tessitura dell'alcool. Anche l’asprezza è percepita in bocca ed è particolarmente presente nei cask o nei prodotti più alcolici.
I profumi sono archiviati dal nostro cervello insieme alle sensazioni ed emozioni e sono un elemento importante per la memoria.
Per degustare correttamente, versate unun dito orizzontale di whisky. Guardate il bicchiere alla luce, o contro uno sfondo bianco ed apprezatene il colore, la profondità, la limpidezza. L’alcool giovane è chiaro come il gin; un whisky invecchiato per 20 anni in un fusto usato prima per il vino di Jerez, invece, può essere scuro come il caramello. Tra queste due tonalità limite esiste uno spettro infinito di colori.
Il colore e la fluidità danno già un indizio sul modo in cui è stato maturato, e per quanto tempo, visto che il colore dipende dal legno e dall’invecchiamento.
Qualche parole sulla limpidezza. La maggior parte dei whisky in commercio vengono filtrati prima di essere messi in bottiglia. La temperatura dell’alcool viene ridotta quasi allo zero con una refrigerazione e diventa così possibile di togliere alcune impurità. Queste impurità rendono il whisky un po’ velato quando si aggiunge acqua o ghiaccio. Le impurità sono però anche elementi di sapore e quindi in alcuni grandi whisky da degustazione lavorati a mano esse vengono appositamente lasciate e la filtrazione avviene in maniera manuale e limitata.