Nella zona dell'Etna la terra madre è composta da roccia basaltica. Il basalto etneo é una roccia vulcanica effusiva, di tipo basico.
Il terreno è magro e composto maggiormente da sabbia vulcanica, pietrisco basaltico e tracce di cenere. Questo terreno, ricco di potassio, magnesio, sodio e zolfo è un concentrato di minerali e di sostanze organiche che agiscono soprattutto sulla freschezza, sulla stabilità, sulla sapidità e la longevità dei vini.
L’aerale è ricco di microzone particolarmente vocate. La naturale e vincente correlazione tra terreno, clima, vitigno, condizioni antropiche, conoscenze ampelografiche e ampelologiche sono sinonimo di qualità e stimolano l'utilizzo di tecnologie di produzione avanzate.
Le aree maggiormente valorizzate dalla vitivinicoltura etnea sono tre: le colline del versante sud e le colline orientali particolarmente adatte per la produzione di vini bianchi freschi e profumati, ma anche rosati e rossi di buon corpo e le colline delle pendici nord che si distinguono per la capacità di produrre vini rossi corposi e strutturati adatti all’invecchiamento, con clima mediterraneo, più mite fino a 600 mt. e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, lunghi periodi di luce e soleggiamento, terreno di natura lavica ben drenato, tendente al sabbioso e qualche volta all’argilloso e ricco di minerali, condizioni che distinguono l’Etna dal resto della Sicilia vitivinicola, una nicchia di eccellenza per il naturale e facile adattamento dei vitigni autoctoni e alloctoni al terroir.
Nerello mascalese
Il Nerello Mascalese insieme al Nerello Cappuccio è il vitigno che compone il vino Etna D.O.C. rosso. La zona di produzione dell’Etna D.O.C. è rappresentata da un ambiente pedoclimatico collinare variegato, a forma di ferro di cavallo con la parte dorsale orientata verso est, che va da 400 a 1.100 mt. s.l.m,; comprende 20 Comuni con una estensione di 5.700. L’80% della produzione riguarda i vini rossi.
Origine e zona di coltivazione: si presume che la piana di Mascali, nei pressi di Catania, sia la sua culla d’origine, da cui il nome Mascalese.
Caratteristiche ampelografiche: il germoglio è di 10-20 cm; apice alla fioritura espanso, bianco-verdastro, cotonoso. La foglia è grande e trilobata con la pagina superiore opaca glabra e l' inferiore lanugginosa. Il grappolo è grande e allungato di aspetto compatto. L'acino è medio regolare con buccia molto pruinosa di colore blu chiaro, polpa molle a sapore dolce.
Nerello cappuccio
Il Nerello cappuccio (conosciuto anche come Nerello mantellato) è un vitigno autoctono che cresce sulle pendici del vulcano Etna fra i 350 e i 900 s.l.m.. Esso può concorrere, per circa il 20% alla produzione del vino Etna rosso doc. Il suo nome è dovuto alla particolare conformazione della pianta, coltivata ad alberello. La sua origine non è nota ma viene coltivato in loco da diverse centinaia di anni. La sua produzione è andata calando anno dopo anno e per un certo periodo se ne è temuta l’estinzione. Come il Nerello mascalese, viene raccolto molto tardi, verso la metà del mese di ottobre.
Carricante
Vitigno a bacca bianca di origine siciliana. E' in grado di dare ai vini finezza e morbidezza, per questo motivo viene utilizzato spesso in uvaggio con altre uve come il Catarratto, l'Ansonica, la Minella e, addirittura, con uve rosse come il Nerello mascalese. Fino al secolo scorso era coltivato in tutta l'isola, poi, la tendenza a produrre vini più colorati, alcolici e strutturati ha spinto i produttori a ridurne l'utilizzo. Ha foglia media, sub-orbicolare o pentagonale, trilobata o pentalobata; grappolo medio, conico, semplice o con un'ala, semi-spargolo o spargolo; acino medio, sub-ellissoidale, con buccia ricoperta di abbondante pruina e consistente, di colore verde giallastro con sfumature verdi-biancastre; la polpa ha sapore semplice e dolce. Predilige sistemi di allevamento di scarsa espansione, con potatura corta e povera. Ha produzione abbondante e costante.
L'Etna è una zona atipica rispetto alla gran parte del territorio siciliano: atipici sono il clima, il suolo e la loro particolare combinazione, con un singolare gioco di equilibri tra i differenti elementi che costituisce la caratteristica principale dei grandi "terroirs" del mondo. L'elevata piovosità, infatti, consente una maturazione regolare senza stress idrici eccessivi, ma è compensata dal suolo drenante che evita ristagni di umidità e problemi sanitari. Le temperature relativamente elevate durante il giorno permettono la sintesi dei composti polifenolici ed aumentano la concentrazione del vino, ma il loro rapido discendere durante la notte consente di arrivare a vertici di freschezza aromatica e longevità raramente riscontrabili in vini del Sud. Le temperature sarebbero leggermente troppo basse per un vitigno tardivo come il Nerello Mascalese ma questo viene compensato dal suolo vulcanico che, riscaldandosi precocemente in primavera, consente di anticipare il germogliamento e la maturazione senza nuocere agli aromi come potrebbe avvenire con temperature piú elevate. Come succede nei territori più vocati questo complesso e perfetto bilanciamento tra gli elementi del terroir si traduce, in vini molto fini ed equilibrati con una elevata purezza delle caratteristiche peculiari.
I produttori scelti sono tutti vignaioli di grande carattere che hanno fatto la difficile scelta di puntare tutto sulla qualità in tempi in cui il mercato non li premiava per questo.
Portano nel vino la loro personalità e le loro competenze.