All'azienda Vadiaperti va il merito di avere valorizzato il vitigno autoctono Coda di Volpe. In passato era molto utilizzato in uvaggio sia con il Fiano che con il Greco, perchè stemperava le durezze di questi due vitigni così ricchi di acidità. Oggi però con le nuove tecniche di vinificazione e l'esperienza acquisita nella gestione dei grandi bianchi irpini si tende a vinificarli in purezza rinunciando alla morbidezza della Coda di Volpe. Vadiaperti ha scommesso qualche anno fa sulla vinificazione in purezza anche per la Coda di Volpe e ne ha ottenuto un vino molto interessante. Abbassando le rese e vinificandolo in anticipo di un mese per conservargli buona acidità se ne ottiene un vino con profumi intriganti di medio corpo e una bella salinità con accenni di piccantezza. E' un vitigno molto zuccherino e anche se vendemmiato con buon anticipo raggiunge uno sviluppo alcolico notevole che gli conferisce anche una certa longevità. Le sue doti si apprezzano meglio in gioventù per quanto riguarda i profumi di frutta fresca, mentre con l'affinamento emerge invece la mineralità.
Già nella versione base la Coda di Volpe è deliziosa. Torama, dà luogo ad un cru che rende l'idea della forza del vitigno. Più semplice e beverina invece la Falanghina.